DICHIARAZIONE SULLA TRAGEDIA DELLE MIGRAZIONI NEL MEDITERRANEO:
Dramma e violazioni dei diritti umani.
Le organizzazioni firmatarie della presente dichiarazione:
- Prendono atto degli ultimi sviluppi relativi al dramma delle migrazioni nel Mediterraneo, vero disastro umanitario con 350.000 persone che hanno attraversato il Mar Mediterraneo dal mese di gennaio 2015 e almeno 2.600 morti ufficiali.
- Considerano le violazioni dei diritti dei migranti e dei rifugiati un affronto nei confronti della dignità umana e delle convenzioni internazionali.
- Esprimono la propria preoccupazione di fronte al silenzio dei paesi arabi e delle organizzazioni arabe nei confronti del dramma dei migranti e dei rifugiati provenienti soprattutto dall’Iraq, dalla Siria, dalla Libia e prendono nota della dichiarazione dell’Unione Africana del mese di giugno 2015.
- Sottolineano il fallimento della comunità internazionale nel mettere fine alle crisi in Iraq, Siria e Libia e nel mettere in atto delle strategie di sviluppo sostenibile nei paesi del Sud del Mediterraneo e nei paesi africani, allo scopo di facilitare una reale distribuzione delle ricchezze, il rispetto dei diritti civili, politici, economici.
- Condannano con forza le restrizioni al diritto di lasciare qualsiasi paese, compreso il proprio, diritto che è giuridicamente vincolante ed è sancito dal Patto Internazionale dei diritti economici, sociali e culturali, dalle Convenzioni dell’OIL sui diritti dei migranti (97 e 143) e dalla Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo status dei rifugiati.
- Ribadiscono con forza la loro condanna delle palesi violazioni dei diritti umani, constatate dalle organizzazioni internazionali e dalle organizzazioni della società civile, che, negli ultimi 15 anni, hanno causato la morte di almeno 20.000 persone, tra uomini, donne e bambini, e che sono il risultato di politiche di gestione delle frontiere aggressive e discriminatorie, ma anche della mancanza di una reale politica di accoglienza.
- Esortano gli Stati partner dell’Unione Europea a rifiutare di nutrire questa logica di esclusione mortale, in particolare nell’ambito della cooperazione in materia di mobilità, ma anche in occasione del summit Euro-Africano previsto per i giorni 11 e 12 novembre 2015 a Malta.
- Esprimono la loro piena solidarietà ai migranti e rifugiati vittime di trattamenti inumani e di violenze razziste sulle due rive del Mediterraneo e alle frontiere dell’Europa Orientale e dei Balcani; ricordano che l’Unione Europea si mostra complice di tali maltrattamenti sul suo territorio, in mare e anche all’esterno dell’Europa, atteggiamento che è agli antipodi dei suoi valori. Chiedono che i diritti fondamentali e la dignità di queste persone siano rispettati ovunque.
- Denunciano la triplicazione dei mezzi dell’agenzia Frontex e la mancanza di sufficienti finanziamenti destinati al salvataggio in mare e all’accoglienza (budget annuale di Frontex nel 2015: più di 115 milioni di euro; budget annuale dell’ufficio europeo per l’asilo: 15 milioni di euro).
- Prendono nota delle iniziative prese in esame dall’Unione Europea:
- per adottare una politica europea unificata sul diritto di asilo, basata sulle norme del diritto internazionale;
- per la sospensione immediata dell’accordo di Dublino II;
- per allargare le consultazioni, riguardanti questa politica, ai paesi africani, nell’ambito del summit Africa – Unione Europea che si terrà a Malta il prossimo novembre, e ai paesi arabi interessati;
- per creare dei centri di selezione e accoglienza di rifugiati e migranti.
A tale proposito, le organizzazioni firmatarie esprimono serie preoccupazioni circa la funzione di questi centri, che potrebbero diventare centri di detenzione e di smistamento delle persone.
Chiedono, invece, che tali spazi siano dei centri di accoglienza e che sia gli attori della società civile che le organizzazioni internazionali competenti possano avervi accesso. Chiedono che le persone accolte in questi centri siano libere di uscire e che sia loro garantito, in modo giusto ed equo, l’esame della loro condizione individuale da parte di autorità imparziali e indipendenti. Domandano, infine, che vengano stanziate delle risorse congrue per assicurare un’accoglienza degna e delle procedure rispettose delle garanzie procedurali.
- Affinché le violazioni dei diritti delle persone siano sanzionate e le vittime possano denunciarle ed ottenere un risarcimento, sia che si tratti di violenze commesse dalle guardie di frontiera, dalla polizia, dai trafficanti o dai passatori;
- per far luce sulle persone sparite in mare, perseguendo i criminali responsabili;
- per sviluppare dei corridoi legali e protetti di passaggio e di salvataggio in mare dei migranti e rifugiati.
Si chiede la messa in atto di un meccanismo di monitoraggio delle azioni e di valutazioni di cui sopra, d’intesa con la società civile.
11. Le organizzazioni firmatarie si oppongono a qualsiasi iniziativa di repressione, di esternalizzazione delle frontiere e di incoraggiamento al ritorno dei rifugiati e dei migranti.
12. Ribadiscono le loro proposte al fine di evitare l’improvvisazione e di adottare un approccio concordato, globale e coerente, che abbia lo scopo di trovare una risposta internazionale e umana alla crisi di migranti e rifugiati che rischia di prolungarsi e amplificarsi.
13. Lanciano un appello perché si organizzi una conferenza mondiale sulla questione della crisi umanitaria e esistenziale dei migranti e dei rifugiati, con la partecipazione degli attori della società civile.
14. Esortano alla vigilanza e alla mobilitazione continua di tutte le forze vive della società civile per proteggere i diritti dei rifugiati e dei migranti.
Firmatari:
– Comité pour le Respect des Libertés et des Droits de l’homme en Tunisie (CRLDHT)
– Unione Générale Tunisienne du Travail (UGTT)
– Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux (FTDES)
– Fédération des Tunisiens pour une citoyenneté des deux rives (FTCR)
– Rete Euro-mediterranea per i Diritti Umani
– Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL)
– SOLIDAR